Sul mercato radioamatoriale sono da tempo disponibili apparecchiature radio multibanda di tipo compatto, particolarmente adatte anche alle attività portatili più estreme. Come immaginabile, una delle maggiori necessità imposte da questo modo di fare radiantismo è il contenimento dei pesi e degli ingombri delle attrezzature, trasportate di solito nello zaino, cercando però di non penalizzare troppo le prestazioni dei sistemi che nella quasi totalità dei casi sono QRP. Le antenne costituiscono l’unico elemento su cui orientare le maggiori attenzioni, poiché sono in grado di fare la differenza sul risultato del rendimento complessivo.
Nella gamma delle V-UHF le yagi rappresentano ancora il riferimento basilare se si vogliono ottenere risultati soddisfacenti anche con potenze molto basse. Fino ad un certo guadagno, le loro caratteristiche dimensionali consentono soluzioni meccaniche adatte al trasporto.
Per quanto riguarda le onde corte, le antenne filari e quelle verticali risultano invece una scelta quasi obbligata se si vogliono contenere peso e ingombro, ma il loro fattore di rendimento assume valori molto critici se non sono gestite correttamente, ovvero ad una certa altezza dal suolo le prime e possibilmente non “troppo” raccorciate e con una ulteriore esigenza di radiali le seconde.
Chi pratica l’attività portatile in HF (a piedi) sa benissimo che non è possibile fare affidamento sulla presenza fortuita di idonei sostegni naturali per sollevare i dipoli e sa altrettanto bene che una antenna a stilo raccorciata e contrappeso risulta veramente poco performante, sia per le potenze QRP a disposizione sia per il QRM in ricezione. Un compromesso accettabile, dimostrato dal successo di un certo movimento commerciale, è invece rappresentato dai dipoli rigidi in configurazione a Y, che non necessitano di sostegni particolari potendo essere installati ad altezze non importanti.
Tralasciando le offerte del mercato, l’autocostruzione di una antenna del genere è affrontabile in molti modi, in rete sono disponibili diverse soluzioni e progetti, ma per ottenere risultati di una certa qualità è necessaria una attrezzatura da officina oppure occorre commissionare la realizzazione di alcuni particolari.
Quella descritta di seguito non rappresenta quindi una novità, ma semplicemente uno dei modi per affrontare la costruzione di un dipolo multi-banda rigido in grado di rispondere ad esigenze di operatività in montagna o al seguito come bagaglio da stiva. La realizzazione è stata fatta con il contributo di un amico di vecchia data, Giampiero IK4NYV, sempre entusiasta quando si tratta di realizzare qualcosa per l’attività radio.
Realizzazione
In primo luogo occorre fissare la gamma operativa dell’antenna, nel mio caso da 5 a 55 MHz; non sono interessato agli 80 m, ma nella gamma dei 5 MHz ci sono alcune frequenze che ho voluto considerare nel caso di certe trasferte extranazionali. Il secondo dato è quello relativo all’ingombro massimo per il trasporto, che ho fissato in circa 60 cm, corrispondente alla misura accettabile di un normale “bagaglio da stiva”.
Questo lo schema di principio con le misure totali volute:
L’elemento del semidipolo da 3 m può essere rappresentato da uno stilo retrattile o componibile, da ricercarsi nel mercato surplus militare o, nel mio caso, acquistato via web da un noto fornitore germanico. Questa scelta è risultata obbligata per contenere i pesi.
Lista del materiale:
- due stili retrattili (550 mm chiusi, 3.000 mm aperti) con attacco filettato maschio 3/8”
- due tubi di alluminio anodizzato 18 x 1 mm di 500 mm
- 1 TE di PVC D25 PN16
- 1 barra tonda di ertacetal (derlin) diametro 60 mm per realizzare il supporto delle bobine
- Profilato tondo e pieno di alluminio diametro 20 mm e di acciaio inox per la realizzazione dei particolari
- viteria e minuteria elettrica varia
- 1 balun 1:1 per potenze minimali (max 50 W)
- filo di rame argentato diametro 1 mm (va bene anche 0,75)
- uno spezzone di trecciola di rame flessibile con capicorda e coccodrillo per la sintonia
Considerata la frequanza bassa, il diametro della bobina di carico e la sua posizione nel dipolo, il numero di spire necessario si ricava con il prezioso “Radioutilitario”: nel mio caso ne servono 45… di filo argentato avente 1 mm di diametro.
Il supporto delle bobine di carico dei due semidipoli, sono in derlin del diametro esterno di 60 mm da lavorare al tornio e alla fresa per ricavare le caratteristiche costruttive volute.
Oltre alla sagomatura del supporto (necessaria per alleggerire l’antenna) occorre costruire degli inserti di acciaio inox per giuntare la bobina da un lato allo stilo e dall’altro al braccio di sostegno. Gli inserti vanno forzati leggermente nella barra di derlin e bloccati con resina epossidica.
I bracci di sostegno delle bobine, sono realizzati con tubo anodizzato 18 mm x 1mm di spessore, nei quali vanno inseriti da un lato l’inserto filettato femmina 5 MA che collega la bobina e dall’altro capo il pezzo speciale che fissa il semidipolo allo snodo.
Snodo realizzato con un TE di PVC D 25 (3/4”) PN 16 che monta su due lati le flange di alluminio che governano l’angolo di apertura del dipolo. Le flange sono forate (trapano a controllo numerico) per ricevere i grani che bloccano all’angolo voluto i semidipoli.
Sulla derivazione del Ti è avvitato un tappo sempre di PVC con un inserto inox filettato femmina 10 MA, il filetto della vite maschio presente sullo stativo.
Volendo è possibile l’impiego di un balun.
Il dipolo lavora sulle gamme radioamatoriali fino ai 15 m regolando la lunghezza dello stilo e cortocircuitando la bobina di carico, è da sintonizzare invece per le gamme inferiori.