Il 23 novembre 1980, alle ore 19.35, una violenta scossa di terremoto di magnitudo 6.9 della scala Richter, seguita in successione da una seconda, sconvolge in due minuti una vastissima area compresa tra la Basilicata e la Campania, l'Irpinia.
Tra i comuni più colpiti si registrano Bisaccia, Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Santomenna, Sant’Angelo dei Lombardi, Calabritto, Caposele, Guardia dei Lombardi, Pescopagano, Senerchia, Romagnano al Monte e molti altri.
I morti sono 2.914, i feriti 8.848, i senzatetto 280.000, si tratta dell'evento nazionale più catastrofico degli ultimi cento anni. La macchina dei soccorsi presentò da subito gravi inefficienze a causa del collasso delle principali infrastrutture pubbliche e dei trasporti.
La situazione di criticità in cui si trovarono le istituzioni dello stato fu talmente evidente che venne pubblicamente denunciata d'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini che si rivolse alla Nazione..... “Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi.”
Ancora una volta i radioamatori accorsi da tutta italia, si dimostrarono indispensabili per ristabilire almeno i principali canali comunicativi. Furono realizzate innumerevoli reti locali in gamma VHF per collegare le principali amministrazioni locali, come i Comuni, le Province, gli ospedali ed altri enti di governo. Massiccio fu anche l'utilizzo delle gamme ad onde corte, sulle quali fu convogliato il traffico nazionale ed internazionale.
Di seguito un documento sonoro, una registrazione del traffico radio della rete nazionale di emergenza CER.